Le rilevazioni correnti sui prezzi al consumo svolte dall'Istituto Nazionale di Statistica danno luogo ad un sistema di indici costituito da:
I tre indici si basano su un'unica rilevazione e sulla stessa metodologia di calcolo, condivisa a livello internazionale.
NIC e FOI si basano sullo stesso paniere, ma il peso attribuito a ogni bene o servizio è diverso nei due indici, a seconda dell'importanza che i diversi prodotti assumono nei consumi della popolazione di riferimento: per il NIC la popolazione di riferimento è l'intera popolazione italiana, per il FOI è l'insieme di famiglie che fanno capo a un operario o un impiegato.
L'IPCA ha in comune con il NIC la popolazione di riferimento, ma si differenzia dagli altri due indici poichè si riferisce alla spesa monetaria per consumi finali sostenuta esclusivamente dalle famiglie; esclude inoltre, sulla base di regolamenti comunitari, alcuni prodotti come, ad esempio, le lotterie, il lotto e i concorsi pronostici.
Un'ulteriore differenziazione fra i tre indici riguarda il concetto di prezzo considerato: il NIC e il FOI considerano sempre il prezzo pieno di vendita. L'IPCA si riferisce invece al prezzo effettivamente pagato dal consumatore. Ad esempio, nel caso dei medicinali, mentre per gli indici nazionali viene considerato il prezzo pieno del prodotto, per quello armonizzato europeo il prezzo di riferimento è rappresentato dalla quota effettivamente a carico delle famiglie. Inoltre, l'IPCA tiene conto anche delle riduzioni temporanee di prezzo (saldi, sconti e promozioni).
Gli indici nazionali NIC e FOI sono prodotti anche nella versione che esclude dal calcolo i tabacchi, ai sensi della Legge n.81 del 1992.
L'indice dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati viene utilizzato in genere per le seguenti rivalutazioni: